Petit

9 anni
Date dei voli: 14/09/2019 (A)
07/08/2020 (R)
Miglia: 9.609 Miglia
Compagnia: Volo privato
Volo Kinshasa - Roma
Provenienza:Kinshasa Repubblica Democratica del Congo
Ospedale:Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
ONG coinvolta:Fondazione InSé Onlus
Costo del volo€4.062(Importo del volo A/R)

Abbiamo bisogno di emozioni per vivere, ma soprattutto di qualcuno con cui condividerle.
La storia di Petit

Tutti i bambini che abbiamo aiutato ci hanno lasciato una emozione, una speranza, un insegnamento.
Nel caso di Petit, tutte queste tre cose: lo stupore, la volontà di volersi costruire un futuro, e la forza di crederci fino in fondo.

Petit, originario della Repubblica democratica del Congo, a 6 anni era affetto da un tumore cerebrale benigno talmente esteso da aver impattato in modo drastico e drammatico sulla sua qualità e speranza di vita.
Lui però non so è mai arreso.
I medici, la dottoressa Anne – membro del del Comitato Scientifico della Fondazione – pur nel dilemma continuo sull’effettiva efficacia di un possibile intervento, non si è mai arresa e ha proseguito, sempre.
Flying Angels e i suoi sostenitori, non si sono arresi.
Oggi Petit scrive, corre…è tornato alla vita. Alla sua vita.

“Avevamo il terrore di perderlo durante il volo”

“Quando il piccolo Petit è atterrato in coma vigile a Roma, non aveva molte possibilità di farcela. Arrivato in volo da Kinshasa, non poteva parlare, camminare o alimentarsi da solo a causa di un grosso tumore cerebrale. A un’operazione complessa durata 20 ore è seguito un decorso post-operatorio difficilissimo. Petit ha però sfoderato tutta la sua voglia di vivere e alla fine ce l’ha fatta. La riabilitazione dei mesi successivi è stato il più grande successo suo e di quanti hanno lottato con lui. Oggi Petit ha fatto ritorno in Congo e come qualsiasi bambino di dieci anni sogna di diventare grande, un desiderio fino a poco tempo fa irrealizzabile.”

“Avevamo il terrore di perderlo durante il volo”

“Quando il piccolo Petit è atterrato in coma vigile a Roma, non aveva molte possibilità di farcela.
Arrivato in volo da Kinshasa, non poteva parlare, camminare o alimentarsi da solo a causa di un grosso tumore cerebrale.
A un’operazione complessa durata 20 ore è seguito un decorso post-operatorio difficilissimo.
Petit ha però sfoderato tutta la sua voglia di vivere e alla fine ce l’ha fatta. La riabilitazione dei mesi successivi è stato il più grande successo suo e di quanti hanno lottato con lui.
Oggi Petit ha fatto ritorno in Congo e come qualsiasi bambino di dieci anni sogna di diventare grande, un desiderio fino a poco tempo fa irrealizzabile.”

“Al check-in del volo che lo riportava in Congo, ho guardato Petit allontanarsi con il suo bambolotto, i suoi magnifici occhiali azzurri e la sua allegria.
Un anno di sofferenze, disperazione e difficoltà ci hanno uniti”.

“Ci lega ora la gioia di avercela fatta”

Dott.ssa Anne
Medico neurologo
Comitato Scientifico Flying Angels Foundation

La partenza

Affetto da tumore cerebrale benigno molto avanzato, Petit lascia la Repubblica democratica del Congo e da Kinshasa arriva in Italia, a Roma, per essere accolto e curato dall’ Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.

L'intervento

Sono momenti difficili, complessi per i medici e per Petit.
Dopo essere andato in coma nessuno pensava che avrebbe potuto farcela:
Petit però non ha mollato, ha continuato a combattere con tutte le sue forze, e si è risvegliato.
Nessuno credeva che avrebbe mai più camminato invece si è alzato in piedi.
Ha imparato a camminare e a mangiare da solo. Secondo la sua logopedista riuscirà anche a parlare di nuovo.

Il ritorno a casa

Petit riparte, per tornare a casa. Comincia per lui una nuova vita, prima impensabile. Un anno di difficoltà, di timore, di impegno, di speranza…grazie all’aiuto ed al sostegno di tante persone, apparentemente lontane ma cosi vicine, Petit è tornato a correre e a scrivere. Questo, per lui e per tutti, il regalo più bello.

La verità è che questi bambini ci emozionano sempre, ci aiutano a sognare e ci trasmettono, seppur inconsapevolmente, grandi insegnamenti.
Aiutare questi bambini è un dono anche per noi, un’opportunità di crescita.
Perché per vivere abbiamo bisogno di emozioni, ma soprattutto di qualcuno con cui condividerle.
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