La testimonianza di Irina alla Milano Marathon

Mi chiamo Irina Murzacova e lavoro nel team di Controllo di Gestione della Coeclerici Commodities SA da più di sei anni.

Oltre a essere una grande azienda italiana con oltre 125 anni di storia alle spalle, la Coeclerici da sempre si impegna a sostenere l’azione di diverse organizzazioni non profit; è grazie a questo impegno che ho conosciuto Flying Angels.

Nel 2019 partecipai a una serata di raccolta fondi organizzata dalla mia azienda proprio a favore di Flying Angels e ricordo che mi impressionò la straordinaria partecipazione di oltre 300 ospiti, ma non solo.

Provengo da un Paese dell’Est Europa, in cui, per moltissimi anni, volare all’estero per ricevere cure adeguate era considerato un lusso, inaccessibile ai più.

Quello che fa Flying Angels per me ha un valore enorme, perché rende quei “viaggi considerati un lusso” una realtà anche per chi non se lo può permettere, ovunque nel mondo.

Per me sostenere i progetti di Flying Angels vuol dire restituire una piccola parte delle opportunità che l’Italia ha dato a me, quando ero piccola.

La Milano Marathon dello scorso anno è stata l’occasione per mettermi in gioco in prima persona e dare il mio personale contributo.
Quando la mia azienda mi ha proposto di correre in una delle staffette della maratona solidale non ho avuto dubbi… e poi, correre fa bene alla salute!

Ho corso più forte che ho potuto, ma prima e dopo la gara mi sono anche spesa per raccontare alla mia famiglia, ad amici e conoscenti di cosa si occupa la Fondazione, che cosa fa concretamente per aiutare i bambini in difficoltà. Mi sono accorta che è molto più facile farlo di persona invece che sui social e sono riuscita a coinvolgere di più le persone con cui ho parlato fino anche a farle diventare sostenitori e sostenitrici della mia stessa causa.

È meraviglioso che ci siano tante persone che desiderano aiutare i bambini malati, perché quando si contribuisce personalmente ad un progetto del genere, è come se ci si permettesse di sentire le proprie emozioni, invece di reprimerle nel pensiero che qualcun altro si occuperà di questi problemi.

È strano, ma ho scoperto che dare, anche poco, ti dà tanto, ti fa pensare, accende dei collegamenti nella mente che prima erano in stand-by.

Provare per credere
😊

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