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per il viaggio
che salverà le loro vite.
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Contribuisci anche al volo della mamma
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Fra tante persone che sognano di tornare a viaggiare, ci sono anche loro:
Jonathan, Eliam e Ukasha, tre bambini gravemente malati che in Uganda nessuno può aiutare.
Per loro, il viaggio più bello è quello che li porterà in India per essere operati prima possibile, perché nel loro Paese nessun ospedale è attrezzato per operarli.
Più giorni passano, meno possibilità hanno di salvarsi.
Solo con il tuo aiuto il loro volo più importante può iniziare.
“Il mio bambino ha il cuore malato e io non riesco a pagare il volo per raggiungere l’ospedale”
“Jonathan è l’ultimo dei miei tre figli e il suo problema cardiaco potrebbe essere risolto in una struttura attrezzata in India. Senza un aiuto, però, non posso pagare il volo per raggiungere l’ospedale e salvare mio figlio.”
Zaituna, mamma di Jonathan.
“La malattia del mio bambino qui non è curabile”
“Eliam è nato con la sindrome di Down e la grave patologia cardiaca di cui soffre non è operabile in Uganda. Senza un intervento urgente, il mio bimbo non ha speranze di diventare grande”.
Patricia, mamma di Eliam.
“Mio figlio ha un buco nel cuore e io non so come aiutarlo”
“Ukasha ha un buco nel cuore e soltanto un volo può salvarlo. Ogni giorno che passa cresce l’angoscia perché non so come aiutarlo. Sono una mamma che non riesce ad aiutare il suo piccolo malato”.
Hanisha Mubiru, mamma di Ukasha.
Grazie alla collaborazione con organizzazioni locali come ACDIPE possiamo intervenire in paesi come l’Uganda, dove ogni anno oltre 16.000 bambini nascono con difetti cardiaci.
“In tanti non sono nemmeno inclusi in una lista d’attesa, perché il tipo di operazione necessaria non è disponibile.”
George Ntambi, fondatore di ACDIPE, organizzazione partner di Flying Angels in Uganda.
Il rischio di morte è concreto
“Nei Paesi occidentali, le patologie dei tre piccoli ugandesi sono identificate già nell’utero e i neonati vengono operati subito dopo il parto. Per Jonathan, Eliam e Ukasha esiste solo la possibilità di volare in un altro Paese per essere curati e scongiurare uno scompenso cardiaco.”